La mia amica Marina continua a sbagliare uomo e io penso fermamente che sia colpa dello specchio: mi spiego subito.
Marina, da adolescente, era la classica ragazza burrosa, morbida, di una dolcezza disarmante, solo che lei allo specchio vedeva solo il troppo che avanzava, così sono cominciati i problemi con l’alimentazione, fino all’Università, dove al secondo anno ha incontrato quello che poi sarebbe diventato suo marito. È bastata una sua attenzione, sebbene fosse proprio “il minimo sindacale”, che lei c’è caduta. Non riusciva a vedere tutta la differenza che li allontanava, non vedeva che quella sola e unica attenzione che aveva avuto era il suo tutto, non c’era proprio nulla di più.
Ecco, semplicemente si è accontentata del primo sguardo che ha ricevuto e di cui lei aveva tutto il bisogno.
Si sono sposati, hanno avuto bambini, si sono lasciati in modo rovinoso.
Dopo tanto tempo ha riaperto il suo cuore, ma la mia amica non aveva lavorato su sé stessa e soprattutto non aveva imparato a guardarsi allo specchio e a vedere quanta bellezza ci fosse. E così anche questo secondo uomo, totalmente anaffettivo, un semifreddo, buono giusto nel freezer, non può renderla felice.
Ma il punto è proprio questo, lei continuerà a trovare uomini “piccoli” di cuore, finché non sarà capace di far pace col suo corpo, anche oggi che è magrissima (ha imparato a mangiare), tonica (tra passeggiate, corse e palestra), Marina non si vede. Non vede lo splendore di donna che è, che è sempre stata e che è diventata: bella, elegante, sempre di una dolcezza disarmante. Ottima madre, amorevole e presente. Deliziosa amica, professionista stimata.
Oltre a non dimenticare lo specchio, bisogna pure imparare a guardarcisi dentro.